GENARALITA'
SUL METODO DI NAKAMURA
Il
metodo si basa sulla misura del rumore sismico ambientale, il quale
risulta prodotto sia da fenomeni atmosferici (onde oceaniche, vento)
sia dall'attività antropica oltre che, ovviamente,
dall'attività dinamica terrestre. Si chiama anche
microtremore
in quanto riguarda oscillazioni molto piccole (10 -15 m/s2
in termini di accelerazione), inferiori di diversi
ordini di grandezza rispetto a quelle indotte dai terremoti nel campo
vicino.
I
metodi che si basano sull'acquisizione dei microtremori si dicono
passivi in quanto il rumore non è generato ad hoc, come
avviene invece nel caso della sismica attiva (esplosioni).
Lo
spettro in frequenza del rumore di fondo in un terreno roccioso
pianeggiante presenta dei picchi a 0.14 e 0.07 Hz, comunemente
interpretati come originati dalle onde oceaniche. Tali componenti
spettrali vengono attenuate molto poco anche dopo tragitti di
migliaia di chilometri per effetto di guida d'onda. A tale andamento
generale, che è sempre presente, si sovrappongono le
sorgenti
locali, antropiche (traffico, industrie ma anche il semplice
passeggiare di una persona) e naturali che però si attenuano
fortemente a frequenze superiori a 20 Hz, a causa dell'assorbimento
anelastico originato dall'attrito interno delle rocce.
Nel
tragitto dalla sorgente al sito le onde elastiche (sia di terremoto
che di microtremore) subiscono riflessioni, rifrazioni,
intrappolamenti per fenomeni di guida d'onda e attenuazioni che
dipendono dalla natura del sottosuolo attraversato. Questo significa
che se da un lato l'informazione relativa alla sorgente viene persa e
non sono più applicabili le tecniche della sismica classica
di
ray tracing, è presente comunque una parte debolmente
correlata nel segnale che può essere estratta e che contiene
le informazioni relative al percorso del segnale ed in particolare
relative alla struttura locale vicino al sensore. Dunque, anche il
debole rumore sismico, che tradizionalmente costituisce la parte di
segnale scartata dalla sismologia classica, contiene informazione.
Questa informazione è però sepolta all'interno
del
rumore casuale e può essere estratta attraverso tecniche
opportune. Una di queste è la tecnica di Nakamura dei
rapporti
spettrali o, semplicemente, HVSR (Horizontal to Vertical Spectral
Ratio).
I
primi studi furono effettuati da Kanai (1957) in seguito aggiornati e
modificati da vari autori per ottenere informazioni dagli spettri del
rumore sismico registrati in un sito. Tra questi, la tecnica che si
è
maggiormente consolidata nell'uso è la tecnica dei rapporti
spettrali tra le componenti del moto orizzontale e quella verticale
(HVSR), applicata da Nogoshi e Igarashi (1970) e poi da Nakamura
(1989), per la determinazione dell'amplificazione sismica locale. Su
questo punto non è però ancora stato raggiunto
consenso, sebbene sia ampiamente riconosciuto che l'HVSR è
in
grado di fornire stime affidabili delle frequenze principali
di
risonanza dei sottosuoli, informazione che è
comunque di
notevole importanza nell'ingegneria sismica.
La
tecnica di Nakamura non richiede l'individuazione di una stazione di
riferimento, permettendo così di operare in campagna
utilizzando una sola stazione sismica. Il metodo HVSR considera i
microtremori come composti principalmente da onde di Rayleigh e
presuppone che l'amplificazione relativa agli effetti di sito sia
causata dalla presenza di uno strato sedimentario giacente su di un
semispazio elastico. In queste condizioni le componenti del moto
sismico da analizzare sono quattro:
-)
quelle orizzontali di superficie (Hs) e quelle orizzontali al bedrock
(Hb);
-)
quelle verticali di superficie (Vs) e quelle verticali al bedrock
(Vb).
Secondo
Nakamura è inoltre possibile fare una stima della forma
spettrale della sorgente dei microtremori As(ω) (in funzione
della
frequenza) con la seguente relazione:
As(ω)
= Vs(ω) / Vb(ω) (1)
in
cui Vs(ω) e Vb(ω) sono le ordinate spettrali delle
componenti
verticali del moto, rispettivamente in superficie e al tetto del
bedrock.
Nakamura
definisce poi come effetto di sito il rapporto spettrale
Se(ω):
Se(ω)
= Hs(ω) / Hb(ω) (2)
dove
Hs(ω) e Hb(ω) sono le ordinate spettrali delle
componenti
orizzontali del moto, rispettivamente in superficie e al tetto del
bedrock.
Per
compensare l'effetto di sito Se(ω) dallo spettro di sorgente
As(ω)
viene calcolato il rapporto spettrale modificato Sm(ω) come:
Sm(ω)
= Se(ω) / As(ω) = (Hs(ω)/Vs(ω))
/ (Hb(ω)/Vb(ω)) (3)
Nakamura
assume infine che per tutte le frequenze di interesse
Hb(ω)/Vb(ω) =
1, basandosi su registrazioni, sperimentalmente verificate da lui, di
microtremori in pozzo; quindi l'effetto di sito modificato
Sm(ω) è
descritto da:
Sm(ω)
= Se(ω) / As(ω) = Hs(ω)/Vs(ω)
(4)
La
frequenza di risonanza è ricercata al primo picco
individuato
dal rapporto tra la componente orizzontale e quella verticale dei
segnali registrati.
Le
misure di microtremori possono inoltre essere utilizzate per
valutazioni stratigrafiche o, alternativamente, di velocità
delle onde di taglio (Vs). Il metodo risulta molto semplice ed
intuitivo nell'ipotesi di un sottosuolo stratificato orizzontalmente
e i cui parametri variano solo con la profondità (sistema
monodimensionale 1D).
Nel
caso ideale di un sottosuolo formato da due soli strati (la copertura
(1) ed il bedrock (2)), separati da una superficie orizzontale e
distinguibili per un diverso valore di impedenza sismica, ovvero per
differenti densità e/o velocità delle onde
sismiche,
un'onda che viaggia nel mezzo (1) viene parzialmente riflessa
dall'orizzonte che separa i due strati. L'onda così riflessa
interferisce con quelle incidenti, sommandosi e raggiungendo le
massime ampiezze di oscillazione (condizione di risonanza), quando la
sua lunghezza d'onda λ è 4 volte (o suoi multipli
dispari) lo
spessore h del primo strato. In altre parole la frequenza
fondamentale di risonanza fr della copertura
(mezzo (1)),
relativa alle onde P è pari a:
fr
= VP1 / (4 h) (5)
mentre
quella relativa alle onde S è:
fr
= VS1 / (4 h) (6)
Teoricamente
questo effetto è sommabile cosicché la curva HVSR
mostra come massimi relativi le frequenze di risonanza dei vari
strati alle varie profondità. Questo, insieme ad una stima
degli spessori degli strati, che è solitamente disponibile
almeno a livello di massima, è in grado di fornire
previsioni
sulle velocità di propagazione delle onde sismiche nel
sottosuolo.
Il
problema principale di questa visione è che i microtremori
sono solo in parte costituiti da onde di volume, P o S<. Essi sono
costituiti in misura molto maggiore da onde superficiali e in
particolare da onde di Rayleigh, tuttavia ci si può
ricondurre
a risonanza delle onde di volume poiché le onde di
superficie
sono prodotte dall'interferenza costruttiva di queste ultime.